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Di chi è la colpa della muffa che si forma in casa?

“Se in una casa si forma della muffa, la colpa di chi è? Ovviamente non è dei muri che non respirano”.

Vi sveliamo questa bufala: i muri non respirano ma traspirano.

Non tutti conoscono la differenza tra i due termini e si lasciano ingannare da manovalanza poco formata che parla di pitture, intonaci e altro, capaci di far respirare i muri.

Questa credenza sbagliata porta a commettere errori molto gravi soprattutto in fase di ristrutturazione. Si fa spesso uso  di materiali non adatti ai bisogni dello stato di fatto, oppure si sostituiscono componenti dell’involucro deteriorati con altri più moderni ad elevate prestazioni che però peggiorano la situazione facendo sopraggiungere l’umidità sui muri.

Cosa si intende per traspirabilità di un muro?

La traspirabilità è la capacità di un materiale di essere attraversato dall’aria umida ed è in genere legata alla porosità del materiale stesso. Più il materiale è traspirante più bassa è la possibilità che si crei condensa sulla sua superficie e quindi la muffa.

I muri non respirano ma sono in grado di assorbire l’umidità per poi rilasciarla, oltre che di farsi attraversare dal calore, in base alla loro stratigrafia.

La progettazione di un muro o di una soletta, dovrebbe partire dall’interno con strati poco permeabili (o impermeabili) per poi avere strati sempre più traspiranti verso l’esterno. La parete così realizzata sarà in grado di assorbire meno vapore acqueo e quello assorbito sarà facilmente rilasciato all’esterno.

Ma quant’è l’umidità prodotta in un’abitazione?

Ogni giorno nelle nostre case viene prodotto da 6 a 12 litri di vapore acqueo e solo l’1-2% viene smaltito attraverso i muri, il restante 98-99% viene smaltito attraverso la ventilazione naturale o meccanica. Il problema della muffa è dovuto al fatto che nella maggior parte dei casi l’abitazione non riceve la giusta quantità di aerazione da porte, finestre o da altre fonti che non sono i muri.

Come evitare la muffa?

In linea teorica sarebbe sufficiente tenere le finestre aperte per un quarto d’ora ogni due ore, per avere gli ambienti interni sempre correttamente aerati. È ovvio che questo comporterebbe anche un raffreddamento degli ambienti interni non sempre desiderato.

Bisogna allora affidarsi ad un impianto di ventilazione meccanica o ad un sistema a cappotto termico che aiuti a mantenere la temperatura interna dei muri sopra i 13° d’inverno, per evitare la formazione di condensa e muffe.

Fondamentale, quindi,  è raggiungere l’equilibrio termo-igrometrico con opportune valutazioni delle stratigrafie dei muri esterni, del tetto e dei solai e un’adeguata ventilazione. Nelle ristrutturazioni è importante eliminare l’umidità interna dei muri prima dell’applicazione del cappotto termico. Attraverso indagini è fondamentale rilevare queste problematiche e intervenire con opportune soluzioni.

 

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Sporalli, Impresa Edile di Catania.